Vandalizzata la panchina gialla contro il bullismo

Un gesto vile ha colpito il cuore simbolico della villa comunale: la panchina gialla, installata come segno tangibile della lotta contro il bullismo, è stata divelta da ignoti balordi nella notte tra domenica e lunedì. Un atto che non ha solo danneggiato un arredo urbano, ma ha ferito un’intera comunità.

A reagire con parole dure ma profondamente umane è stata la sindaca Stefania Russo, che in un lungo messaggio pubblico ha condannato il gesto, parlando direttamente agli autori: “Cari ragazzi, avete perso voi”, esordisce la prima cittadina, sottolineando come la rabbia giovanile, pur comprensibile in una società che spesso non valorizza né ascolta, non possa sfociare in violenza contro simboli di speranza e inclusione.




Avreste mille motivi per essere arrabbiati, con un sistema che investe in armi e ignora il cambiamento climatico, con un mondo che vi stordisce rendendovi dipendenti dallo scroll infinito di contenuti inutili. Ma voi avete scelto di sfogarvi sulla panchina gialla. Su uno spazio pensato proprio per voi”, ha scritto la sindaca.

Il messaggio ha avuto ampia risonanza sui social, dove molti cittadini hanno espresso solidarietà e indignazione. Stefania Russo ha anche annunciato che la panchina sarà ripristinata e che l’amministrazione sta lavorando a un progetto di videosorveglianza per tutelare i beni pubblici.


Una stoccata contro chi alimenta il degrado mediatico
Particolarmente significativo è il passaggio finale della lettera, dove la sindaca lancia un messaggio chiaro anche a una certa parte dell’opinione pubblica locale: “Non vi darò soddisfazione pubblicando le foto della panchina divelta. Abbiamo già tanti aspiranti fotografi e fotografi falliti che si dilettano nel fotografare il ‘degrado’", contribuendo solo ad alimentare zizzania nel paese.

Un’affermazione che suona come una denuncia verso quella che potremmo definire una cultura del disfattismo da smartphone, dove ogni piccolo episodio negativo viene immortalato e amplificato con l’unico scopo di generare polemica o attaccare l’amministrazione, anziché proporre soluzioni o costruire un senso di comunità.


Una sfida educativa e culturale
“La violenza non vince mai”, ha concluso la sindaca, ribadendo l’impegno dell’amministrazione, insieme a educatori e genitori, nel lavorare con le nuove generazioni, “con i ragazzi e le ragazze che non perdono la speranza”.

Il caso della panchina gialla di Bovino diventa così un piccolo ma significativo esempio di come la politica, se vissuta con visione e coraggio, possa rispondere agli atti di inciviltà con fermezza ma anche con uno sguardo educativo. Perché – come ha scritto Stefania Russo – non basta riparare una panchina: bisogna anche ricostruire coscienze.

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