Da Sant’Agata a Bovino: l’inchiesta di TeleBovino

Tutto è partito da una notizia che ha scosso l’intero territorio: la chiusura della filiale di Banca Intesa Sanpaolo di Sant’Agata di Puglia.
Una notizia arrivata come una doccia fredda, perché quella filiale non serviva solo un paese, ma un intero comprensorio.
Da lì è nata la nostra inchiesta di TeleBovino: abbiamo voluto capire quale sia oggi la reale presenza bancaria nel Subappennino meridionale, quali paesi hanno ancora una filiale, dove restano gli sportelli automatici, e quali territori invece sono rimasti del tutto scoperti.
Il risultato è una mappa che racconta, meglio di qualsiasi parola, la desertificazione finanziaria di un’area già provata dallo spopolamento e dalla perdita di servizi essenziali.

Addio alla filiale di Sant’Agata di Puglia: cinque paesi senza banca
Dal 18 ottobre 2025, la filiale di appoggio di Banca Intesa Sanpaolo a Sant’Agata di Puglia, in Via XXIV Maggio 119-121, ha chiuso definitivamente.



Da quella data, la nuova sede di riferimento per i clienti sarà quella di Bovino, in Piazza XX Settembre, 6.
Contestualmente, cambiano anche numero di conto e codice IBAN per tutti i correntisti.
Il bancomat resterà disponibile, ma per ora è temporaneamente fuori servizio e sarà ripristinato entro la prossima settimana.
Un dettaglio che colpisce: sul sito ufficiale di Intesa Sanpaolo, il bancomat di Sant’Agata non risulta neppure indicato, come se la filiale fosse già scomparsa anche digitalmente.

Cinque paesi “orfani” della loro banca
Con la chiusura di Sant’Agata restano senza sportello bancario cinque paesi:
Accadia, Monteleone di Puglia, Candela, Panni e Sant’Agata di Puglia stessa.
Cinque comunità che fino a ieri facevano riferimento a quell’ufficio e che ora non hanno più una banca né un bancomat operativo.
Un colpo duro per chi vive in territori dove raggiungere un altro centro abitato significa spesso percorrere chilometri di curve e montagne.

L’analisi dei dati: chi ha ancora una banca, e chi no

Ecco la fotografia aggiornata dell’intera area del Subappennino meridionale — quei paesi dell’entroterra foggiano che gravitano intorno a Bovino e Sant’Agata.

Comune - Filiali - ATM
Accadia - 0 - 0
Anzano di Puglia - 0 - 0
Ascoli Satriano - 3 - 3
Bovino - 2 - 2
Candela - 0 - 1
Castelluccio dei Sauri - 0 - 0
Castelluccio Valmaggiore - 0 - 0
Celle di San Vito - 0 - 0
Deliceto . 1 - 1
Faeto - 0 - 0
Monteleone di Puglia - 0 - 0
Orsara di Puglia - 0 - 0
Panni - 0 - 0
Rocchetta Sant’Antonio - 0 - 0
Sant’Agata di Puglia - 0 - 0
Troia - 2 - 2

I numeri che raccontano il problema
Su 16 paesi analizzati, solo 4 — Ascoli Satriano, Bovino, Deliceto e Troia — hanno ancora almeno una filiale bancaria attiva.
Gli altri 12 comuni (il 75%) non hanno più alcuna banca.
E tra questi, 10 paesi non dispongono neanche di un bancomat.
Ciò significa che tre quarti del Subappennino meridionale è oggi privo di qualunque sportello bancario.
L’unico punto di contatto rimasto, ovunque, è l’ufficio postale, con il servizio BancoPosta, vero e proprio ultimo baluardo finanziario per molti cittadini.

L’ufficio postale: l’ultimo presidio
In questi borghi dell’entroterra, dove le distanze contano e l’età media cresce, l’ufficio postale è diventato il nuovo “sportello di paese”.
Lì si pagano bollette, si ritirano pensioni e si gestiscono piccoli risparmi.
Ma non può sostituire completamente il ruolo della banca: mancano i servizi alle imprese, i mutui, la consulenza.
Negli anni, con la chiusura degli sportelli bancari, si è perso anche un presidio umano, quel punto d’incontro dove i cittadini trovavano fiducia e assistenza personale.
Oggi la tecnologia avanza, ma il contatto diretto si ritira.

Bovino, il cuore che ancora batte
In questo scenario, Bovino è l’eccezione che resiste.
Il nostro paese, con due filiali attive e due ATM funzionanti, resta uno dei pochi punti solidi della mappa bancaria del Subappennino.
Qui i servizi funzionano, le banche sono ancora presenti e la  filiale di appoggio anche per altri comuni, consolida il ruolo di Bovino come polo di riferimento per tutto il territorio circostante.

È un segnale di fiducia e di continuità: Bovino non arretra, anzi si conferma come cuore pulsante della zona montana della Capitanata, dove ancora si può entrare in banca, parlare con qualcuno e avere un punto di riferimento reale, non virtuale.

Spopolamento e perdita di servizi: un legame evidente
Ogni filiale chiusa è un tassello che si stacca dalla vita quotidiana dei paesi.
Meno abitanti, meno clienti, meno convenienza economica — e le banche si ritirano.
Ma così facendo alimentano lo stesso fenomeno che le ha spinte ad andarsene: lo spopolamento.
Per questo, nei piccoli centri, una banca non è solo un servizio economico: è un servizio sociale.
Serve alle famiglie, agli anziani, ai piccoli imprenditori agricoli.
E mantiene vivo il legame con la comunità.

Una mattina di nebbia e speranza
Nei giorni scorsi, mentre sul Subappennino una leggera foschia copriva i tetti e il termometro segnava appena dodici gradi, è arrivata la notizia della chiusura.
Un’immagine che descrive bene l’atmosfera: un po’ di malinconia, ma anche la speranza che qualcosa possa cambiare.
Perché, nonostante tutto, questa terra non si arrende.
E Bovino, con la sua tenacia e i suoi servizi ancora vivi, continua a dimostrare che il futuro può ancora passare da qui.

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