In un mondo sempre più segnato da guerre, violenze e crisi umanitarie, il borgo di Bovino lancia un messaggio forte e chiaro:
No al genocidio, sì alla pace, sì alla giustizia. E lo fa non solo con simboli, ma con azioni concrete.
Passeggiando per le vie del paese in questi giorni, è impossibile non notare le bandiere della Palestina esposte in diverse zone del paese, segno visibile di una presa di posizione decisa e consapevole. Davanti al Comune, campeggia un lenzuolo bianco, simbolo della mobilitazione "I Sudari di Gaza", segno di lutto solidarietà e denuncia. Una comunità intera che sceglie di non restare in silenzio.
Passeggiando per le vie del paese in questi giorni, è impossibile non notare le bandiere della Palestina esposte in diverse zone del paese, segno visibile di una presa di posizione decisa e consapevole. Davanti al Comune, campeggia un lenzuolo bianco, simbolo della mobilitazione "I Sudari di Gaza", segno di lutto solidarietà e denuncia. Una comunità intera che sceglie di non restare in silenzio.
A confermare questo impegno arriva anche il primo evento culturale dei Presidi del Libro nell’agosto bovinese.
Il loro grido è la mia voce. Poesie da Gaza – 11 agosto, ore 19:00
In piazza Marino Boffa, l’11 agosto alle ore 19:00, si terrà la presentazione del libro “Il loro grido è la mia voce. Poesie da Gaza” (Fazi Editore), un’opera che raccoglie le voci poetiche di chi vive sotto le bombe e la sofferenza quotidiana a Gaza. Un grido che, come suggerisce il titolo, non può rimanere inascoltato.
Il loro grido è la mia voce. Poesie da Gaza – 11 agosto, ore 19:00
In piazza Marino Boffa, l’11 agosto alle ore 19:00, si terrà la presentazione del libro “Il loro grido è la mia voce. Poesie da Gaza” (Fazi Editore), un’opera che raccoglie le voci poetiche di chi vive sotto le bombe e la sofferenza quotidiana a Gaza. Un grido che, come suggerisce il titolo, non può rimanere inascoltato.
A dialogare con il pubblico sarà Erminia Rizzi, esperta di diritto dell’immigrazione e dell’asilo, attiva nell’Associazione GruppoLavoro Rifugiati. A introdurre l'incontro sarà Gennaro Chiappinelli, da sempre impegnato sul fronte della cultura e dei diritti umani.
Questa scelta non è casuale: in un momento in cui la crisi a Gaza è degenerata in una catastrofe umanitaria fuori controllo, Bovino si distingue per coraggio civile e consapevolezza storica. La cultura, ancora una volta, diventa strumento di resistenza e testimonianza.
Vicini – anche geograficamente – alla voce della Palestina
Bovino si trova a pochi chilometri da Ariano Irpino, la città natale di Francesca Albanese, Relatrice Speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani nei Territori palestinesi occupati. Una figura che ha dato voce, a livello internazionale, alla tragedia umana di Gaza, diventando punto di riferimento globale per la denuncia delle violazioni in corso.
Un legame geografico e simbolico che rafforza ancora di più la posizione di Bovino: una terra che non ha paura di schierarsi.
Un paese che sceglie da che parte stare
Nel silenzio generale di molti governi e media, il gesto di Bovinoassume un valore ancora più importante. Non è solo una posizione simbolica: è un modo per dire che la cultura può ancora svegliare le coscienze, che anche un piccolo paese può avere un grande cuore politico e umano.
Il messaggio è chiaro: con la Palestina, contro ogni guerra.
Vicini – anche geograficamente – alla voce della Palestina
Bovino si trova a pochi chilometri da Ariano Irpino, la città natale di Francesca Albanese, Relatrice Speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani nei Territori palestinesi occupati. Una figura che ha dato voce, a livello internazionale, alla tragedia umana di Gaza, diventando punto di riferimento globale per la denuncia delle violazioni in corso.
Un legame geografico e simbolico che rafforza ancora di più la posizione di Bovino: una terra che non ha paura di schierarsi.
Un paese che sceglie da che parte stare
Nel silenzio generale di molti governi e media, il gesto di Bovinoassume un valore ancora più importante. Non è solo una posizione simbolica: è un modo per dire che la cultura può ancora svegliare le coscienze, che anche un piccolo paese può avere un grande cuore politico e umano.
Il messaggio è chiaro: con la Palestina, contro ogni guerra.
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